E’ molto difficile stare nel tempo presente. Solitamente se ci guardiamo eccessivamente dietro rischiamo di intristirci oltremodo, se guardiamo esageratamente avanti rischiamo di farci venire l’ansia. Dunque il tempo presente è il tempo della presenza, della centratura, del qui ed ora. Ci sono dei momenti in cui l’incertezza per il futuro attiva le nostre modalità di controllo e finiamo per anticipare interamente un futuro che non è ancora arrivato nè sappiamo se arriverà, un’ipotesi. E così disperdiamo energie. Si attiva un dialogo interno che comincia con la parola se “E se accadesse questo? E se succedesse quest’altro?” E così si aprono spesso scenari di catastrofi che nella realtà probabilmente non accadranno e comunque non contemplano l’infinità delle possibilità accadibili. Quando ci rendiamo conto che questo accade riportiamoci nel presente, con i piedi ancorati per terra.