L’emergenza COVID-19 sta mettendo a dura prova tutti noi.
Lo stato di costante allerta prolungata nel tempo, dato dall’urgenza della situazione genera incertezza e disorientamento e i continui cambiamenti spesso possono farci sentire in balia dell’ambiente e di ciò che accade all’esterno. Molte persone infatti cominciano a mostrare segnali di malessere come: ansia, irritabilità, insonnia, in alcuni casi fobie e stati depressivi.
I bambini, i ragazzi e gli insegnanti fronteggiano la modalità della didattica a distanza che li vede isolati e soli dal punto di vista relazionale e spesso demotivati da quello didattico. I genitori si trovano a dover organizzare uno spazio di gestione ed accoglienza per i bambini a casa e nello stesso tempo il lavoro. Molti lavoratori sono in smart working e questo permette da un lato di guadagnare tempo ed essere comodi, dall’altro favorisce l’alienazione.
Questa situazione ci chiede continui ri-adattamenti, talvolta quotidiani, anche più volte in una giornata e finiamo in affanno perché nulla ci sembra duraturo e stabile e ci sentiamo destabilizzati e avviliti, con il fiato sospeso rispetto ai dati e le comunicazioni che ci arrivano. Viviamo una vita in attesa. Ma di cosa? Se ciò cheattendiamo non arriva ci sentiamo sospesi come in un baratro. Quindi cosa fare se ci sentiamo fuori controllo?
Nell’attenerci ai dati di realtà è importante creare dei momenti per noi di piacere, di relax, di nutrimento dell’anima, ognuno a proprio modo, avere delle abitudini di vita sane che ci facciano sentire in salute, rafforzati, in cui ci prendiamo cura di noi. Momenti da condividere con poche persone in sicurezza o da soli. Quando intorno c’è il caos fermiamoci e occupiamoci di noi e se ne sentiamo il bisogno, chiediamo aiuto.